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“Io mi libro” un libretto di freddure che fa ridere ma anche riflettere

Chi come me lavora nell’ambito della comunicazione spesso si trova ad avere la casella di posta piena di proposte e richieste del tipo “hai voglia di leggere il mio libro e, se ti piace, recensirlo?. Una richiesta diretta, diversa dai soliti comunicati stampa che arrivano e che inorgoglisce: perchè quando una mail ti arriva a sorpresa, ovvero senza che tu conosca il contatto direttamente, lo abbia intercettato sui social o attraverso il suo ufficio stampa, a me piace pensare che le strade si siano intrecciate e che l’autore abbia scelto te per qualsivoglia motivo. Anche fosse un’uscita in più. Ed è cosi che tempo fa mi è arrivata la mail di un garbato autore, Alessandro Pagani, che mi ha sottoposto la lettura del suo “Io mi libro”,una raccolta di 500 frasi e dialoghi umoristici che attraverso giochi di parole, doppi sensi e freddure, mette alla luce alcuni aspetti delle nostre consuetudini in chiave ironica.

Un libro che fa sorridere, piacevole alla lettura, specie in questo periodo, ma che fa anche pensare e riflettere sul quotidiano. Lo abbiamo intervistato per voi. ecco cosa ci ha raccontato.

Chi è Alessandro Pagani?

Difficile autodefinirsi, potrei sembrare un menestrello moderno, un saltimbanco delle parole o più semplicemente uno a cui piace giocare con le situazioni imbarazzanti di tutti i giorni che ci vedono continuamente alle prese con affanni e preoccupazioni….in realtà sono nato a Firenze dove vivo, mi diletto a scrivere per passione, suono la batteria con gli Stolen Apple, faccio volontariato presso il canile di Sesto Fiorentino e lavoro nella sanità. E quando non faccio questo, oltre a dedicarmi alla famiglia, rispondo alle interviste 🙂

Come è nata l’idea per la stesura di questo libro?

Mi ero già cimentato con la scrittura umoristica nel libretto autoprodotto del 2015 “Le domande improponibili” dove mi interrogavo su vari quesiti assurdi, da lì è iniziata la passione verso la parola legata all’umorismo e all’uso universale che se ne può fare. L’ironia e la satira che accompagnano le mie giornate le ho poi riversate nell’idea di “Io mi libro” (uscito a Marzo di quest’anno per 96, Rue De La Fontaine di Torino), che attraverso paradossi e congiunture grottesche vuole insegnare a ridere di noi stessi più di quanto (non) facciamo, per cercare di vedere e capire la realtà da un’angolazione diversa.

E’ il primo libro pubblicato? Se non lo è quanti altri libri ha pubblicato? Quali i loro titoli?

Dopo “Le domande improponibili”, nel 2016 è uscito per Alter Ego Edizioni “Perchè non cento?”, 99 poesie dove ho cercato di sperimentare la forma più classica di componimenti in versi con giochi di parole e doppi sensi.

Una sua freddura farà compagnia agli studenti che sceglieranno Comix 2019 come proprio diario. Quando ha saputo di una sua freddura pubblicata su Comix 2019?

Avevo inviato la bozza del libro anche a Comix, un mese dopo l’uscita del libro mi è arrivata la notizia che avrebbero scelto una mia frase: è stata una piacevole sorpresa ed un grande motivo di orgoglio, visto che l’agenda contiene frasi di nomi importanti contemporanei e del passato.

Quale consiglio si sente di dare a tutti quei giovani che vogliono intraprendere una carriera lavorativa incentrata sulla scrittura? E’ una strada in salita o in discesa?

Il mio consiglio è rimanere se stessi senza mai snaturare le proprie doti ed il proprio talento. Dico questo perché è sempre più facile scendere a compromessi pur di vedere pubblicata la propria opera. Certo non è facile, ma se si riesce a fare questo imponendo il proprio stile, è già un primo traguardo. Oltre ciò, nonostante sia sempre più difficile trovare qualcuno che creda in un progetto personale e quantunque vi sia una sovrabbondanza di scrittori in erba (soprattutto verso il genere fantasy che in questo frangente la sta facendo da padrona), la mia indicazione è di non fermarsi alle prime difficoltà, ma insistere senza perdere mai di vista il proprio obiettivo.

Ci sono agevolazioni, aiuti per chi desidera pubblicare un libro?

 Il ‘self-publishing’ è uno strumento che sostiene gli scrittori esordienti che altrimenti non avrebbero altri mezzi per pubblicare, in più le case editrici indipendenti, composte in maggioranza da scrittori o ex autori che all’inizio – presumo – abbiano avuto le stesse difficoltà, cercano di venire incontro attraverso forme contrattuali agevolate, proprio perché comprendono le problematiche legate ad un possibile esordio.

Qualche altro libro in cantiere? Se si, sempre una raccolta di freddure o sta sperimentando altri generi?

Vorrei proseguire con questo filone, visto la reattività positiva dei lettori ed i feedback favorevoli dei media. Con la possibilità nel futuro di continuare la stesura di un nuovo racconto – idea già collaudata nella parte finale di “Io mi libro” che contiene la mini storia “Breve raccorto onirico” – e di riprendere alcune vecchie poesie della mia adolescenza, che rappresentano una parte importante della mia vita.

INTRODUZIONE
Difficile capire quali siano i veri meccanismi che originano una freddura (parola nata in Germania nel XVII secolo, deriv. da freddo, trad. motto spiritoso, o che tale vuole essere), ancora più complicato riuscire ad elaborare la battuta perfetta, quella che lascia a bocca aperta per la risata o per stupore e che rimane sospesa tra la riflessione e la complicità nella mente degli ascoltatori. Offrire al mondo tali arguzie non è cosa da tutti i giorni, o per meglio dire lo è, perché sono proprio le fatalità del quotidiano assieme all’intuizione che predispongono al commento sarcastico, grazie alle parole che all’occorrenza giocano a nostro favore. Sebbene addolcire la vita con un commento amaro possa sembrare un ossimoro, il senso ultimo dell’umorismo – in sintesi – è proprio questo: prendere in prestito la verità dagli argomenti di tutti i giorni, a volte anche scomoda, e renderla una feroce e intrigante forma d’arte transitoria qual’è la comicità, quell’attività umana irriverente e perspicace che ci aiuta, nella vita di tutti i giorni, a dissociare il mondo reale dall’immaginario e a capire meglio le debolezze e i pregi del nostro modo di vivere.

SINOSSI
Ogni nostra azione, atteggiamento o consuetudine si presta a diverse sfaccettature emblematiche. Nel contesto di quest’opera, l’autore ha cercato di immaginare diverse situazioni surreali che possono scaturire durante i nostri piccoli e grandi avvenimenti quotidiani nel corso del lavoro, nel tempo libero, tra le notizie di cronaca e attualità, nelle nostre consuetudini, e più in generale nel corso di ogni situazione paradossale che ognuno di noi, spesso a propria insaputa, può improvvisamente trovarsi ad affrontare: momenti generati dal teatro dell’assurdo, da presunte coincidenze derivate dall’ambiguità d’una parola, dal fraintendimento d’una frase, o dalla verve ‘tragicomica’ ed inconsapevole dei protagonisti.

Rifacendosi a maestri dell’umorismo quali Marcello Marchesi, Achille Campanile e Giovannino Guareschi, “Io mi libro” è una ginnastica per la mente ed un’esplorazione del lessico italiano in un caleidoscopio di lettere che si scambiano e si combinano come in un grattacapo enigmistico, oltre un piacevole riflettersi – dentro una prospettiva meno cupa – all’interno di un compendio ricco di significati allegorici. Un modo diverso per sfatare luoghi comuni ed attenuare ironicamente l’eccessiva serietà con cui l’uomo ha vincolato la proprio esistenza, a dispetto del lato più brillante, goliardico e virtuoso, che ognuno di noi porta dentro. A chiusura del libro le classifiche personali dell’autore ed un breve racconto dedicato al sogno dal titolo “Breve raccorto onirico”.

Chi tra gli studenti, durante questo anno scolastico, ha scelto, come diario, Comix 2019 ha potuto trovare una delle tante freddure scritte da Alessandro Pagani tra quelle scelte per riempire le pagine del diario e, tra un compito e l’altro da svolgere, farsi una bella risata.

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