Vabbè, mi sono fatta di peggio… libro ironico sulle avventure / disavventure amorose di tutti noi
Ho avuto il piacere nelle settimane scorse di leggere ( e nel mentre ridere tanto ???? ) il libro di Giulia Nardo e Laura Scaini “Vabbè, mi sono fatta di peggio” edito da Prospero Editore, un libro ironico, divertente ma anche che fa riflettere. Un libro che ci mette tutti sullo stesso piano, nel senso che ci fa capire che chiunque ha avuto, almeno una volta nella vita, un incontro dal quale ne è uscito dicendo “vabbè, mi sono fatta peggio”. Un libro che mi ha fatta ridere dall’inizio alla fine e che sicuramente consigliamo come “farmaco per risanare l’umore” . Un ottimo regalo, in vista delle feste, per gli amici e per chi pensate abbia più bisogno di ridere sulle disavventure e prendere la vita con leggerezza ( ma riflettendo anche ). Libro con una lettura scorrevole e piacevole … peccato finisca troppo in fretta… io ho l’ho riletto più volte, non tanto per il bisogno di trovare sfumature per preparare l’intervista ma proprio per ridere nuovamente su certi passi che mi hanno portata addirittura a ridere fino alle lacrime. Voto Nove e mezzo.
Ma conosciamo le protagoniste e come si è sviluppato il libro, facendo una chiacchierata direttamente con Laura e Giulia.
Come è nata l’idea del libro?
Laura: Il libro fa seguito ad una pagina Facebook, nata per gioco ormai cinque anni fa, in cui raccogliamo esperienze fallimentari e/o grottesche in ambito sentimentale e sessuale. Dopo cinque anni il disagio accumulato è diventato abbastanza consistente, tanto da poterlo raccogliere in un libro.
Giulia: Più che una nostra idea, è stata un’idea del nostro editore Riccardo Burgazzi della Prospero Editore, fan della pagina, che ci ha contattato tramite Messenger proponendoci la pubblicazione.
Quale è stato il racconto che più vi ha sconvolto: una situazione che mai avreste potuto pensare di leggere?
Laura: Difficilmente mi sconvolgo, ma devo dire che alcune storie sono davvero surreali, come quella di una ragazza che ha sorpreso il proprio fidanzato sgarfare nel bidone dell’immondizia alla ricerca di Tampax usati. A quanto pare lo eccitava sniffare assorbenti sporchi. Non che ci sia niente di male, per carità, ognuno si eccita come vuole: però bisogna ammettere che è quantomeno bizzarro!
Giulia: La storia dei Tampax me la ricordo anche io (ride).
Racconti sconvolgenti no, ma bizzarri sì: di solito mi colpiscono maggiormente quelli legati a pratiche sessuali inusuali.
Ma mi fece molto ridere anche la storia di quella ragazza che, dopo un primo appuntamento praticamente perfetto, sulla strada del ritorno si ritrovò nella situazione in cui lui fermò l’auto e scese dalla stessa al solo scopo di fare pipì sul cancello della sua ex.
Certe persone non hanno proprio il contatto con la realtà.
Il libro fa capo ad una pagina Facebook che porta lo stesso nome: come e quando è nata l’idea di raccogliere i racconti anche di sconosciuti anonimi che hanno deciso di affidare a voi le confessioni delle loro disavventure amorose?
Laura: Eravamo coinquiline a Bologna e collezionare esperienze anormali era ormai diventato normale: abbiamo perciò imparato a riderne e scherzarci sopra.
Abbiamo inoltre pensato che potesse essere divertente condividere questo genere di disavventure con altre persone che si trovassero sulla nostra stessa barca.
Giulia: Durante gli anni universitari bolognesi abbiamo collezionato tante esperienze, ci sembrava una bella idea creare una pagina a tema. All’inizio pubblicavamo solo esperienze nostre e di nostre amiche. Presto però sono iniziate ad arrivare storie dalle persone che ci seguivano. Anche autodenunce e testimonianze maschili: abbiamo perciò deciso di pubblicare al grido di: ”Ci siamo fatti tutti di peggio!”
La pagina è molto seguita e da quello che ho notato in molti raccontano le loro disavventure e / o interagiscono con i racconti altrui: ecco, in generale, anche pensando al libro sono più le donne o anche nei maschietti c’è questa voglia di raccontare le disavventure capitare e magari svergognare, in modo simpatico ovviamente, il / la malcapitata di turno?
Laura: Il fatto che i racconti siano pubblicati in forma anonima evita che qualcuno possa sentirsi davvero “svergognato”, inoltre protegge chi racconta da eventuali giudizi negativi. In questo modo ognuno si sente libero di raccontare fatti anche imbarazzanti. Essendo noi due ragazze, inizialmente avevamo pensato di rivolgerci più che altro ad un pubblico femminile (“mi sono fattA”), ma col tempo anche il pubblico maschile ha cominciato ad inviarci le proprie esperienze. Noi non vogliamo scontentare nessuno, quindi per par condicio pubblichiamo tutto. D’altronde il disagio non ha sesso, né genere!
Giulia: Esatto: come già detto la pagina era stata pensata per un pubblico femminile, ma quando sono iniziate ad arrivare storie anche da parte dei ragazzi abbiamo pensato fosse giusto dar voce a tutti. Non abbiamo voluto cambiare il nome perché volevamo rimanesse traccia dell’idea originale. Ma ormai pubblichiamo storie di qualsiasi sesso ed orientamento sessuale.
Un libro leggero e divertente come questo fa comunque riflettere: tutti, indistintamente, prima o poi incontriamo, inevitabilmente, qualcuno che si possa definire caso umano per diversi motivi. Credete che la situazione in questi anni sia peggiorata? 🙂
Laura: Tutti almeno una volta nella vita incontriamo un “caso umano” e tutti almeno una volta siamo “il caso umano” di qualcuno. Forse perché, semplicemente siamo tutti “casi” e tutti “umani”!
Non credo che la situazione sia peggiorata negli anni, semplicemente se ne parla di più.
Giulia: Non credo nemmeno io che la situazione sia “peggiorata”. Penso che sia cambiata la società, un tempo si usciva per un appuntamento in pizzeria, ci si telefonava a casa e c’erano dei ruoli e delle “regole non scritte” da rispettare nel “corteggiamento”. Oggi le cose sono meno rigide, non ci sono più ruoli standard. C’è anche la possibilità di conoscere persone nuove tramite applicazioni dedicate. La gente ha spesso storie poco impegnative, frequentazioni di qualche mese o di una sola notte, quindi forse essendo aumentate le occasioni sono aumentate anche le probabilità di incontrare soggetti strani. Insomma, la legge dei grandi numeri non perdona.
Siete subito riuscite a trovare l’editore che vi ha pubblicato? O siete passate attraverso il rifiuto di qualcuno che vi ha detto: “No, vabbè un libro del genere non ho il coraggio di pubblicarlo”?
Laura: A dire il vero noi non abbiamo cercato proprio nessuno! Come accennava prima Giulia, è stato l’editore (Prospero Editore) a cercare noi: era un nostro follower.
Giulia: Già. All’inizio l’idea del libro non era in cantiere, come nemmeno la pagina Instagram, che abbiamo aperto appositamente per supportare la pubblicazione. Penso che quando si fanno le cose con passione (e non parlo solo di sesso!), le opportunità arrivino in modo naturale.
La nostra pagina rimane genuina, al di là dell’argomento che può piacere o meno, o che può essere considerato troppo esplicito o forte. È a tutti gli effetti una scorcio sulla vita ed una finestra sulla realtà: tutte le storie sono accadute realmente.
Se uno non ha il coraggio di pubblicarci o leggerci forse non è in grado di accettare che il modo di vivere le relazioni e il sesso da qualche anno a questa parte è radicalmente cambiato.
L’ episodio più divertente, a vostro dire, che vi è capitato e che avete deciso di pubblicare. E a questo proposito, data la mole di racconti che immagino abbiate raccolto nel tempo, anche grazie alla pagina social, come avete scelto i racconti da inserire?
Laura: L’episodio più divertente che mi è capitato non te lo posso dire, altrimenti il vantaggio dell’anonimato dov’è? (ride).
Scegliere i racconti è stato abbastanza complicato: ce n’erano davvero tantissimi e abbiamo dovuto selezionare quelli secondo noi più divertenti e interessanti, non solo per noi ma anche per gli eventuali lettori, cercando di suddividerli per argomento.
Abbiamo poi dovuto contattare tutte le persone che ce li avevano inoltrati e chiedere il loro consenso, effettuando in tal modo un’ulteriore scrematura. A dirsi sembra facile, ma ti giuro che è stato un lavoraccio!
Giulia: Nella scelta dei racconti abbiamo usato vari criteri. È un lavoro che, devo riconoscerlo, ha svolto soprattutto Laura.
Abbiamo cercato di mantenere una linea editoriale coerente, il libro infatti è suddiviso in vari capitoli con topic molto diversi fra loro che abbiamo scelto per varie ragioni.
Alcune storie sono state scelte perché divertenti, altre sulla base del seguito che hanno avuto. A volte capita una storia non ci colpisca particolarmente, ma ottenga un buon riscontro tra il pubblico (o viceversa).
Abbiamo cercato quindi di tenere conto di tanti fattori, facendo scelte abbastanza ponderate. Certo sarebbe stato più semplice fare un collage di qualche storia divertente giusto per dare del materiale all’editore, ma volevamo creare qualcosa che avesse un senso e rispondesse ad una domanda che è alla base della nostra pagina: “Come vivono le relazioni ed il sesso le persone di oggi?”.
Il lavoro che c’è dietro ha portato via molti mesi e tanta fatica. Speriamo che il risultato sia gradevole per il pubblico.
Con tutto il materiale che ancora raccogliete e raccontate avete in programma un’edizione nuova, rivisitata… aggiornata del vostro libro?
Laura: Per ora no, magari tra altri cinque anni…chissà.
Giulia: Se questo libro andrà bene perché no
E in ultimo … perché il vostro libro è un regalo perfetto, tra amici e non solo, da trovare sotto l’albero…
Laura: Perché abbiamo tutti un’amica/o sfrotunata/o in amore e questo libro le/gli farà capire che è in buona compagnia! Se alla fine della lettura esclamerà: “Vabbè. Mi sono fatta di peggio”, sarà stato il regalo perfetto!
Giulia: Perché è un libro leggero ma non banale, che parla di rapporti umani, di momenti imbarazzanti, di stranezze. Esorcizza il dolore e sdrammatizza lo sdrammatizzabile! Abbiamo tutti bisogno di farci una risata e prendere le cose con più leggerezza.
Chi sono Laura e Giulia: le autrici del libro Laura e Giulia, erano coinquiline ai tempi dell’iuniversità. Negli anni hanno collezionato esperienze personali e racconti di amici e conoscenti al punto tale che – si legge nelle alette di copertina – che non condividerlo sarebbe stato uno spreco.